Entusiasmo: arma a doppio taglio
Non mi è mai piaciuto il termine "ispirazione". Penso non voglia dire un bel niente in realtà. Certo, non posso parlare a nome degli altri scrittori, ma per quello che mi riguarda devo dire che il mio carburante è l'entusiasmo. Dal mese di Ottobre 2011 ad oggi ho scritto cinque romanzi e a breve finirò il sesto. Al massimo mi sono concesso qualche giorno tra l'uno e l'altro e di certo non l'ho fatto sotto pressioni del mio editore. L'entusiasmo ci fa fare cose che non crediamo di poter fare ese crediamo davvero nelle nostre idee sono poche le cose che possono fermarci. Di solito inizio così: ho un'idea, dei personaggi, un cast virtuale che voglio assemblare a tutti i costi. Poi la magia inizia da se. Nelle prime settimane vado avanti come un treno, scrivendo la prima metà del romanzo quasi di getto. Improvvisamente ogni cosa perde importanza, incluso dormire. L'entusiasmo è pur sempre una droga e come tale prima o poi esaurisce l'effetto. E così, inevitabilmente, gli ultimi capitoli diventano sempre più faticosi da scrivere, perchè nella mia testa si stanno già facendo largo le idee per il prossimo lavoro. Per questo non voglio sentir parlare di ispirazione: la creatività va trattata come un muscolo e di conseguenza può essere sviluppata all'infinito o lasciata a riposo, col rischio che si atrofizzi.